oltrenero

Benacquista & Bertrand, L'amore e il denaro
Benacquista & Ferrandez, Il mangione


Il mangione


Richard Selena è un commissario dalla reputazione impeccabile. Ma nella sua esistenza c'è un grosso problema: pesa 160 chili. Il cardiologo non gli dà che due anni di vita, la terapia di gruppo lo lascia muto. Divora tutto quello che gli capita a tiro, per placare la propria disperazione.
Quando conosce la bella Elsa, Selena le impone un gioco inquietante, un gioco di cui lui solo conosce la regola. Tutti hanno diritto ad una seconda opportunità. Una storia d'amore: dell'amore di sé e della sua riconquista. Uno di quei preziosi libri che si mettono via sapendo che li riprenderemo in mano e ci daranno altro ancora.
Nato da un'idea che, come dice lo stesso Benacquista, "necessitava assolutamente di essere raccontata con le immagini", Il mangione ha avuto un grande successo di pubblico e di critica (ha ricevuto il Prix Goscinny per la miglior sceneggiatura), tanto da avere avuto una trasposizione cinematografica, caso più che raro per una realizzazione non seriale.

Qui di seguito vi presentiamo le prime cinque tavole del volume.

Figlio di immigrati italiani, Tonino Benacquista, anziché terminare gli studi di cinema e letteratura, svolge svariate attività: cuccettista sulla linea Parigi-Roma, cameriere in pizzeria, sbafatore ai cocktail parigini. Esordisce a metà degli anni Ottanta nella narrativa noir, ed è oggi stimato come uno dei più brillanti scrittori francesi contemporanei. In italiano sono apparsi diversi suoi romanzi, e le edizioni Q Press hanno pubblicato anche il suo L'amore e il denaro, disegnato da Philippe Bertrand.
Jacques Ferrandez è conosciuto e seguito dai lettori italiani fin dai primi anni Ottanta, grazie alle storie di quotidianità e provincia di Gente di paese. Nel ciclo Carnet d'Orient ripercorre con sensibilità la storia d'Algeria in un grandioso affresco dal periodo coloniale all'indipendenza. Ritorna all'ambiente provenzale adattando i romanzi di Marcel Pagnol Jean de Florette e Manon des Sources. Insieme a Benacquista ha realizzato anche La boîte noire.

Il mangione
di Tonino Benacquista & Jacques Ferrandez
64 pagine in carta patinata opaca 170 g/m2
Copertina 300 g/m2, plastificata opaca
17x24 cm
Brossurato, rilegato a filo refe
11,90 euro
ISBN 88-901023-6-5


Rassegna stampa

Il commissario Selena è un poliziotto integerrimo, taciturno e bulimico. Le sue giornate trascorrono inerti tra la routine dell'ufficio e devastanti abbuffate solitarie. Nemmeno il malcelato disprezzo dei colleghi e le tristi sedute di terapia di gruppo sembrano scuoterlo dall'apatia, fino a quando non si trova a indagare su un omicidio. Selena scopre che l'assassino è la bella Elsa, nipote della vittima, ma, invece di denunciarla, decide di stipulare con lei uno strano contratto, la sua terapia personale. Per un anno la donna dovrà andare ogni sera a cena da lui, il commissario cucinerà per lei e la guarderà mangiare spilluzzicando appena. Sceneggiato da un romanziere ormai affermato come Benacquista, Il mangione si basa su un meccanismo semplice ma efficace, e riesce a rendere in poche pagine tanto l'ossessione del cibo in cui è sprofondato il protagonista, quanto la sua lenta rinascita, attraverso gesti e dettagli apparentemente insignificanti. Proprio per queste ragioni in Francia il fumetto ha riscosso un grande successo. Ed è diventato presto un testo di culto della lotta alla bulimia: alcuni nutrizionisti lo hanno usato come "libro di testo" nelle sedute di terapia e nel 2004 è stato anche adattato per il grande schermo - fatto rarissimo per un fumetto non seriale - con l'ex calciatore Eric Cardona nella parte di Selena.
C. Bongiovanni, L'Indice dei libri del mese

Un delitto, un investigatore. Gli ingredienti indispensabili di un noir sono tutti qui. Anche a fumetti. La differenza, però, (...) la fanno la storia, l'ambiente e soprattutto il protagonista. (...) Richard Selena, commissario francese del duo francese Benacquista - Ferrandez, ha invece un problema: la bulimia. Tra inchieste, frigoriferi saccheggiati e terapia di gruppo, Il mangione è stato uno dei migliori comics francesi dell'anno.
G. Raffaelli, Gulliver

All'interno della collana Oltrenero, dopo il primo volume Quelli che ti vogliono bene di Étienne Davodeau, troviamo quest'albo, che vede ai testi l'autore noir Tonino Benacquista, per le matite di Jacques Ferrandez. Benacquista predilige per la prima volta nella sua carriera la nona arte al romanzo, per una storia che, come lui stesso afferma, "meritava di essere narrata per immagini".
Il commissario Richard Selena convive con la propria bulimia, residuo psicologico di un peso sulla coscienza che si porta appresso ormai da anni. Lavoro d'ufficio, sberleffi dai sottoposti e inutile terapia di gruppo per un omone di 160 chili, immagine esteriore di un malessere interno. Quando il medico gli pronostica solo due anni di vita, se non deciderà di dimagrire, conosce Elsa: con lei intraprenderà un cammino lungo un anno, periodo nel quale i sentimenti ricominceranno a riempire la sua anima, invece del cibo.
Sceneggiatura di alto livello per un bravissimo Tonino Benacquista, autore molto famoso in Francia ma poco conosciuto in Italia, e che vista la qualità delle storie meriterebbe di essere valorizzato molto di più. In 64 pagine imbastisce un'ottima trama, dove il profilo psicologico dei personaggi, protagonisti e non, è delineato e approfondito.
Forse la vera protagonista di questo romanzo a fumetti è la malattia di Selena, la bulimia, spesso sottovalutata nella nostra società. Sembra che chi non può sfoggiare una linea perfetta, degna dei modelli della TV, sia una persona che semplicemente non ha cura del proprio corpo o che non sa porsi dei limiti a tavola. Si trascura che dietro l'obesità ci sono quasi sempre gravi problemi certo fisici, ma ancora più spesso mentali. La necessità di riempirsi con il cibo deriva dalla necessità di riempire un vuoto dentro di sé, che si ha il bisogno di celare anche ai propri pensieri. Tonino Benacquista riesce benissimo in questo: il commissario Richard Selena fa la spesa per quattro, mangia nel cuore della notte e in ogni momento il suo cuore non riesce a trovare pace. Solo quando la sua vita comincia ad essere riempita da un'altra persona sente meno l'esigenza del cibo e riesce anche ad affrontare i fantasmi del passato.
Non è quindi un caso che la sceneggiatura abbia vinto in Francia il prestigioso premio Goscinny e che la storia abbia goduto anche di una trasposizione cinematografica.
Jacques Ferrandez accompagna degnamente lo sceneggiatore nel percorso di guarigione del protagonista, sottolineando con i propri disegni ogni aspetto della vita di Selena. All'inizio, nelle sue vignette è palpabile la tensione del commissario quando svuota il frigorifero con una voracità anormale. Nel susseguirsi delle vicende della storia, trasforma la figura del commissario durante la dieta, che da lento e grasso uomo di mezza età diventa magro, slanciato, fino a ritrovare il proprio fascino tanto da sembrare quasi ringiovanito. (...)
Una bella storia, ancora un buon colpo per la casa editrice Q Press. Inoltre l'albo è confezionato con cura, sia come grafica che come carta.
(...) sicuramente una delle storie più belle pubblicate nell'ultimo periodo.
G. Fiscariello, Lo spazio bianco
http://lospaziobianco.it/articolo.php?chiave=3327

Appoggiandosi agli stilemi narrativi del noir più tradizionale, Il mangione racconta della zavorra che tutti ci portiamo addosso, non soltanto strati di grasso ma anche ricordi e paure, disagio e malinconie. E lo fa nel modo più evidente anche dal punto di vista grafico, riempiendo le vignette del corpo massiccio di Richard Selena, che giorno dopo giorno sprofonda nel cibo e in un passato troppo difficile da superare. Ma dalla zavorra è possibile liberarsi, alleggerendo il proprio corpo e, di riflesso, il peso dei ricordi. Una storia fisica nel senso letterale del termine, particolarmente riuscita nel tratteggiare i comportamenti e la psicologia dei soggetti.
Pubblicato in Francia da Casterman, in patria Il mangione ha riscosso grande successo: nel 1999 ha vinto il premio Goscinny per la miglior sceneggiatura e nel 2004 è stato adattato per il grande schermo (con il calciatore Eric Cantona nella parte di Selena). L'edizione italiana curata da Q Press fa parte dell'interessante collana Oltrenero, che propone anche Quelli che ti vogliono bene.
F. Balducci, StradaNove
www.stradanove.net/news/testi/fumetti-06a/fabal1105060.html

Ieri ho letto Il mangione, scritto da Tonino Benacquista per i disegni di Jacques Ferrandez. È l'ultima acquisizione della "biblioteca Chine Vaganti". Il libro è edito dalla Q Press e fa parte della collana Oltrenero. Quello che colpisce è che non assomiglia alla solita storia a fumetti, ma neanche alla solita bella e geniale storia a fumetti. È più un bel film indipendente, non per niente ne hanno fatto davvero un film. È una storia altamente realistica che racconta di amor proprio e della sua riscoperta. Il mangione racconta di Richard Selena, eccellente commissario di polizia con un grosso problema di salute. Pesa 160 kg e il suo cardiologo gli ha dato non più di 2 anni di vita. Nel suo passato un mistero che lo ha portato poi a rifugiarsi ossessivamente nel cibo, e nel suo presente una terapia di gruppo dove, tuttavia, non riesce a parlare né a farsi aiutare. Ma Selena è davvero un ottimo poliziotto, così trova il modo di "incastrarsi" quando incontra la bellissima Elsa. Per lei ha in serbo un oscuro gioco fatto di regole ferree che nessun altro, oltre lui, conosce. Tre persone praticamente spacciate, tornano in vita in un bellissimo albo, di quelli che non si leggono spesso. 64 pagine godibilissime in bianco e nero. Il mio consiglio è di cercarlo in una libreria specializzata, perché ne vale la pena.
M. Lasio, Associazione Culturale Chine Vaganti
http://memoriaragione.blogspot.com/2007/06/il-mangione.html